Colosso Adolfo

Benemerito viticoltore, bonificatore e imprenditore agrario (di Franco Antonio Mastrolia)

Periodo: 1854-1915

(...) Da Luigi Colosso, agricoltore e proprietario attento, e da Rosa Rovito, nobildonna ugentina, nacque Adolfo l'11 agosto 1854. Trascorse la sua infanzia tra le proprietà del padre, studiò a Lecce e terminati gli studi classici nel 1876, per volere del padre, si scrisse come uditore alla Regia Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, istituita dal 1872 e diretta dal prof. Ettore Celi. (...) Appassionato di botanica e zootecnia fu subito stimato dai compagni e dai professori, in particolare da Italo Giglioli. Con docenti come celi, Palmieri, Milone, Miraglia, Baldassare, Berlese e altri, la Scuola di Portici era tra le migliori in Italia.

(...) Per la serietà e l'impegno fu stimato sia dai docenti sia dagli altri studenti, portando a compimento i suoi studi il 25 novembre del 1880, laureandosi a pieni voti, insieme con Emanuele Consiglio. Erano tra i primi dottori in agraria della Terra d'Otranto. Tornato a Ugento, il padre gli affidò l'amministrazione dell'azienda, avendo in mente di applicare ciò che gli era stato insegnato e staccarsi dalla tradizione, entrando in discussione sia con il padre ma anche per le diverse difficoltà creategli da affittuari e mezzadri, restii ad ogni innovazione. Decise di rompere con il passato, trasformare rapidamente le tecniche e introdurre cambiamenti nella conduzione delle terre.

(...) Era indispensabile modernizzare l'agricoltura locale, iniziare a introdurre attrezzi perfezionati, di fronte a prove pratiche usare concimi utilizzando anche l'alga marina e le sanse delle ulive per alimentare gli animali. La viticoltura e l'enologia furono anche oggetto dei suoi studi, avendo trovato dei precendenti nella sua casa, produttrice dei vini Colosso e Rovito. Erano dei vini dai gusti deliziosi e apprezzati, risultato dei terreni, dei vitigni e dall'esperienza. Bisognava operare per un'accurata selezione e un razionale processo di vinificazione, come affidare a piccoli mezzadri terreni con l'obbligo di impiantare vigneti, con specifici contratti. Grazie alle accurate tecniche e l'impegno costante con una presenza assidua, dai campi alla lavorazione, la ditta produceva ottimi vini come lo zagarese, l'ozantino e il moscato, premiati in diverse esposizioni e concorsi enologici. L'incremento della coltivazione della vite portò all'espansione dell'industria enologica, per cui era necessario un nuovo stabilimento vinicolo in grado di lavorare in modo razionale le uve dei fratelli Colosso. Nell'ultimo decennio dell'Ottocento erano stati impiantati numerosi vigneti sia da parte dei proprietari che dai coloni, in grado di produrre da otto a dieci mila quintali di uva. Nei primi mesi del marzo 1896, dopo la perdita del padre nel mese di febbraio, decise di costruire un grande enopolio, con lo scopo di lavorare, con sistemi innovativi il prodotto dei suoi vigneti.

(...) All'esposizione nazionale di Napoli del 1900 i fratelli Colosso parteciparono con diversi tipi di vino da pasto e da taglio, ottenendo il diploma con medaglia d'oro e un secondo diploma, sempre con medaglia d'oro, per le bonifiche agrarie. (...) Negli anni Novanta molti terreni paludosi del territorio di Ugento mostravano i segni delle bonifiche, grazie all'operato del giovane Adolfo Colosso. Un giornale locale informava i lettori che "quel bonificamento sarà, fra breve, un fatto compiuto e tutta la riconoscenza si dovrà a quella perla di giovane, che si chiama dott. Adolfo Colosso. Questi ha chiesto di bonificare a proprie spese tutte le grandi zone di paludi site nel territorio di Ugento, sensza aspettare che la benefica opera venisse finita in tanti anni, cioè in tanti esercizi del bilancio dello Stato". Il suo impegno fu premiato con la nomina, il 9 giugno 1892, a cavaliere della corona d'Italia. (...) Il Colosso ricoprì importanti cariche, cui intervenne assiduamente: consigliere e deputato provinciale, vice presidente del consiglio, sindaco di Ugento dal 1901 dopo la morte del fratello Massimo, e tante altre cariche tra cui dal 1909 e sino al 1915, l'incarico di rappresentare la provincia nell'amministrazione dell'Acquedotto Pugliese.

(...) L'anno dopo (1915), il 24 maggio l'Italia entrava in guerra contro l'Austria-Ungheria e alcuni mesi dopo, il 14 novembre, mentre con il figlio Luigi appena chiamato per la Grande Guerra si erano recati in campagna, si sentì male e alle 17.30 il suo grande cuore cessò di battere. Il barone Colosso, dottore in Scienze Agrarie, era stato uno dei protagonisti del rinnovamento agrario, modificando le rotazioni agrarie, utilizzando nuovi attrezzi, usando concimi chimici, migliorando e selezionando il bestiame, elevando la viticoltura e l'olivicoltura, bonificando molti terreni, configgendo la malaria e arricchendo la nostra provincia di acqua. Per le sue molteplici attività, Adolfo Colosso è da inserire tra i grandi pionieri del risorgimento agrario pugliese e meridionale, meritevole di altre ricerche da parte degli studiosi.

Fonte: Da "Il sito industriale di Adolfo Colosso a Ugento tra storia e patrimonio" di Antonio Monte e Ilaria Montillo, edizioni Crace, 2009.

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