Nella località S. Antonio, nel 1986-1987, è stata scavata parte di una necropoli in uso dall'epoca arcaica a quella ellenistica (dal VI al III sec. a.C.) che doveva essere piuttosto estesa e costituiva un tutt'uno con quella nella vicina località Crocefisso, oggi tagliata da via Casarano.
La parte di necropoli attualmente visibile è costituita da una trentina di tombe a fossa, scavate nel banco roccioso affiorante e originariamente ricoperte da lastroni, le cui pareti, in alcuni casi, risultano intonacate e caratterizzate da una decorazione dipinta a fasce in rosso e in blu. La maggior parte delle sepolture ha restituito corredi di IV-III sec. a.C., composti da ceramica di produzione locale e di importazione dalla zona di Egnazia. Esse fiancheggiano un breve tratto della cinta muraria messapica di Ugento, costruita nella seconda metà del IV sec. a.C., che con il suo andamento ha condizionato lo sviluppo della necropoli.
Nel breve tratto messo in luce (circa 18 metri ), le tombe sembrano avere un andamento a baionetta, costituite in tutto il loro spessore da grandi blocchi di calcare messi in opera a secco e che si conservano solo per uno o due filari di altezza; poggiano su terra o sul banco roccioso spianato e presentano una larghezza massima di m. 4,60. Gli scarsi dati emersi dallo scavo non consentono di stabilire la cronologia di questa porzione delle fortificazioni nè di accertare, viste le loro caratteristiche differenti dal resto delle mura conosciute (larghe 6-7 metri e costituite da due paramenti di blocchi che contengono un nucleo interno di pietrame e terra), la loro ipotetica appartenenza a una seconda fase; il confronto con simili tratti di cinta a muro pieno messi in luce nei vicini centri di Muro Leccese e di Vaste potrebbe suggerire una datazione di questo segmento al III sec. a.C., magari nei primi decenni dello stesso.